I vini di Davide Del Gaia prodotti interamente ad Anghiari, affondano le proprie radici in una storia di famiglia.
Milton Del Gaia riconoscendo da subito la bellezza e la potenzialità dei terreni del Podere di Roncione a pochi chilometri dal centro di Anghiari, negli anni Settanta fonda l'Azienda Agricola Del Gaia coltivando cereali e impiantando i primi vigneti.
Inizialmente la produzione vinicola era finalizzata alla vendita del vino sfuso, fino a quando negli anni Novanta Davide Del Gaia, diplomato perito agrario, comincia a collaborare col padre a un progetto di rinnovamento della cantina, degli impianti e della produzione.
Di fronte alla cantina, in mezzo alla campagna anghiarese, con i suoi colori profumi e sapori, un’esperienza di degustazione sotto la guida di Davide Del Gaia, il produttore.
Un viaggio tra i sapori e i segreti di una produzione condotta in prima persona, tra le vigne che lo hanno visto nascere e che ha poi ampliato e arricchito.
Conoscere la storia di un vino permette di apprezzarlo nella sua interezza, contestualizzarlo nel suo territorio, riconoscerne le sfumature e, attraverso le parole di Davide, conoscere il lungo lavoro che precede l'imbottigliamento.
Se il vino è il figlio dell’amore
tra l’uomo e la terra,
la vendemmia ne rappresenta
il momento della nascita.
La vigna durante l’anno è stata potata, scacchiata, sfogliata e tenuta costantemente sotto osservazione per raggiungere la miglior qualità dell’uva possibile, mantenendo la vigna in piena salute. Un'attenzione continua che è un dialogo con chi se ne prende cura: in questo caso Davide che, da solo e con dedizione, gestisce tutto il lavoro attraverso le stagioni.
Nella vita di una comunità rurale non è mai esistito un momento più poetico ed evocativo della vendemmia. La vendemmia rappresenta la fine di un ciclo, stagionale e lavorativo. Segna la fine dell’estate e l’approssimarsi dell’autunno, la morte (apparente) della vite che coincide con la nascita del mosto, che evolve in vino.
La vendemmia è colore, è profumo,
Carducci direbbe:
“…va l’aspro odor dei vini l’anime a rallegrar”.
Quali erano i migliori vini della Toscana del 1500?
Macchè Chianti! Macchè Brunello di Montalcino! Macchè vino nobile di Montepulciano!
I migliori vini della Toscana erano quelli di Anghiari.
Ma qual era il procedimento segreto, se segreto era, per averli tali?
Il Capitano Niccolò Giusti
(i Giusti sin dal 1300 erano una delle famiglie più illustri di Anghiari) così scriveva:
“Non occorre usare diligenze così esatte per farli buoni, perché basta metter l'uva ne' tini o canali per otto giorni non si tocchino e dopo si pestino e si lascino posare nelle vinacce sinchè riscaldato si rischiari da se, e lasciato bollire, si imbotti; et in questa maniera i vini di Anghiari riescono i migliori di Toscana e quei di Montepulciano li vanno appresso.”
(da I vini di Anghiari di Flavio Mercati)
Da: Lorenzo Taglieschi, Annali della Terra di Anghiari, pag.296, ed. Fratres. Giuseppe Bartolomei, La Chiesa e il Convento della Croce in Anghiari, pag. 36, ed. ITEA